Papagna experience, a Ceglie Messapica il museo invisibile
Un museo invisibile realizzato nel cuore della città vecchia di Ceglie Messapica.
Un libro-mappa per visitarlo. E uno smartphone per accedere ai contenuti digitali nascosti fra le strade e le case del borgo medievale. Si chiama Papagna Experience il primo museo invisibile realizzato su territorio nazionale, nato con l’idea di connettere nella stessa trama narrativa il tessuto urbano e un mondo parallelo fatto di storie geolocalizzate, raccontate con i linguaggi del cinema contemporaneo e della realtà aumentata: cortometraggi in VR (Virtual Reality) e 3D, graphic novel digitali, racconti sonori immersivi, dialoghi in forma di chat.
L’obiettivo è quello di offrire al viaggiatore un percorso di turismo esperienziale unico nel suo genere, che trasforma contenuti narrativi in patrimonio culturale al pari di chiese, palazzi, castelli: entità per cui valga la pena viaggiare per vederle ed ascoltarle. Per accedere al percorso i visitatori dovranno ritirare il kit di esplorazione – libro, smartphone, visore e cuffia – dalla biblioteca nel castello ducale in via Chiesa 11 a Ceglie Messapica (info e prenotazioni al numero 339.8432981 e al sito papagna.org). Il museo sarà aperto al pubblico tutti i giorni, previa prenotazione. Una inaugurazione celebrata sotto i migliori auspici visto che uno dei video di Papagna è stato selezionato fra i 50 corti in concorso per il David di Donatello.
Il museo e il nome
Papagna. Ovvero: Papàgna (pa|pà|gna). Sostantivo femminile.
1. Regionale nell’uso centromeridionale: botta violenta, pugno o ceffone sul viso.
2. Bevanda tipica dell’antica civiltà contadina, somministrata ai bambini per favorirne il sonno, o agli adulti come lenitivo. Papagna è un nome che racchiude dunque il conflitto e il sogno, come questo museo invisibile che rovescia l’idea di spazio espositivo a cui siamo abituati, ovvero white boxes fatti di mura, soffitti e ingressi sorvegliati dove sono custodite opere d’artista. Nel caso di Papagna il museo c’è ma non si vede, non esiste un contenitore chiuso, un edificio: il contenitore è il centro storico stesso e il soffitto è il cielo.
Il progetto e gli autori
Papagna è stato realizzato con l’approvazione e il sostegno della Presidenza del consiglio dei ministri, parte del progetto Artistici turistici firmato dall’associazione Casarmonica e finanziato nell’ambito del Piano azione coesione “Giovani no profit”. Si tratta di un piano finalizzato alla valorizzazione dei beni culturali ma anche all’occupazione giovanile. L’idea è di Nicola Zucchi che del progetto ha curato sceneggiature, regia, storytelling e user experience. La direzione artistica è corale, divisa a sei mani dall’autore-ideatore con Mirko Lodedo che ha composto la colonna sonora dei contenuti e Domenica Ligorio che li ha prodotti.
L'experience e il kit
Passato remoto, presente e futuro anteriore si connettono in questo che è sicuramente il primo progetto che declina il turismo esperienziale nella forma di un museo invisibile, utilizzando sia nella realizzazione dei contenuti che nella fruizione degli stessi, le nuove tecnologie. Per visitare Papagna è fondamentale mettersi in viaggio e raggiungere fisicamente la destinazione: da qui la scelta di raccontare il progetto senza divulgare i video in rete. Prima tappa, obbligatoria per chi decide di intraprendere il viaggio, nella biblioteca comunale al primo piano del castello ducale dove i volontari della Papagna Society consegneranno il kit composto da libro-mappa, visore, cuffia e smartphone.
Le storie
Sono dodici i contenuti che compongono l’itinerario di Papagna. Non si tratta di descrizioni didascaliche del monumento, del palazzo, della strada ai quali sono connessi, ma di storie visionarie, dai tratti lirici ma anche dark e pulp. Trame che indagano le profondità e le bellezze dell’animo umano, i desideri, le paure, gli errori, il sogno.
Sono viaggi onirici, balzi avanti e indietro nel tempo. La realtà reale rappresenta dunque un varco, una tana del Bianconiglio attraverso la quale guadare un universo parallelo. Le sceneggiature attingono agli archetipi della tragedia greca tanto quanto alla cinematografia contemporanea, sono costellate di citazioni, rimandi, “easter eggs” (divertissement per i viaggiatori-spettatori più accorti). Il cellulare è il medium attraverso il quale immergersi nel museo invisibile ma anche l’oggetto che detta i linguaggi d’uso comune: la frammentarietà delle chat, la densità concentrata di una web serie, l’evanescenza di un incontro al buio per mezzo di una app per incontri.
Il luogo e la versione Beta
Papagna è un museo riproducibile enne volte su scala planetaria, ma il progetto è tagliato in particolare per quelle realtà urbane che hanno da regalare al viaggiatore un’atmosfera prima ancora che un monumento, un’opera, un’attrazione naturalistica. Come Ceglie Messapica, appunto. Nella città natale i tre direttori artistici hanno voluto mettere a dimora il prototipo, la versione beta. Ma è solo la prima tappa, Papagna continua.